Omelia 31 dicembre 2019

Omelia nell'ultimo giorno dell'anno 2019

Questa notte, nella quale stiamo per entrare, è una notte diversa da tutte le altre, perché una notte che ci introdurrà in una nuova pagina della nostra vita. In realtà questo è vero per ogni notte, ma questa notte noi lo avvertiamo in maniera particolare. 

Io vorrei sottolineare un aspetto di questa novità che ci sta davanti e che riguarda la nostra comunità parrocchiale.

Lo scorso mese di ottobre abbiamo iniziato la celebrazione del cinquantesimo di fondazione della nostra parrocchia.

Abbiamo deciso di vivere questo cinquantesimo guardando avanti, cercando di immaginare come essere comunità cristiana negli anni che verranno. Cercheremo, innanzitutto, di crescere nella consapevolezza di essere una comunità, che non significa un gruppo di amici, ma un popolo che cammina insieme. Il popolo di Dio di sant’Anselmo da Baggio che cerca di camminare sulle vie del Vangelo.

I passi già fatti, la celebrazione con l’Arcivescovo, la solenne celebrazione penitenziale, e quelli che faremo, in particolare i laboratori di comunità che vivremo nei prossimi mesi, dovranno segnare un cambiamento nel nostro modo di vivere la comunità cristiana; altrimenti la nostra celebrazione del cinquantesimo sarà stata assolutamente inutile.

In questo processo di cambiamento una spinta fondamentale ci sarà data dal progetto Parrocchie e periferie che la nostra diocesi ha avviato in quattro parrocchie di Milano, una delle quali, appunto, è la nostra.

Molti di voi forse non se ne sono ancora accorti, nonostante ne abbiamo già parlato più volte, ma questo progetto è iniziato lo scorso mese di settembre.

Scopo di questo progetto è immaginare un modo nuovo di essere comunità cristiana nelle periferie cittadine. Ciò che appare come indispensabile è immaginare come essere comunità cristiana al di fuori degli spazi parrocchiali, come essere comunità cristiana sui marciapiedi, nei palazzi dove le persone vivono. Essere una comunità cristiana in uscita, una comunità cristiana che non aspetta che la chiesa si riempia ma esce dalla chiesa per vivere da chiesa nei luoghi di vita delle persone.

È un cambiamento totale di paradigma quello he ci è chiesto di progettare. La diocesi ci ha affidato un compito di grande responsabilità. Un compito che ci chiederà una grande apertura di mente e di cuore; che ci chiederà di non vivere di nostalgia per un passato che non tornerà più ma di amare il futuro che ci sta davanti, con le sue sfide e le sue incognite. 

Non sarà facile immaginare paradigmi nuovi, ma sarà indispensabile farlo. 

Questo progetto, per il quale siamo stati scelti, ci dice che il Signore ha una grande fiducia in noi. Non so se è la stessa cosa anche per voi, ma a me questo riempie di emozione. 

Tutto queste ci chiede, ancora una volta, di essere come Maria: uomini  e donne che custodiscono nel cuore ciò che il signore sta loro facendo vivere, perché attraverso questo il Signore ci sta parlando e ci sta indicando il cammino.

Che il Signore lo benedica!