Progetto Parrocchie e Periferie

6 settembre 2019

Progetto Parrocchie e Periferie

In sordina, senza fare rumore, il 2 settembre è iniziato, nella nostra parrocchia e nelle altre tre parrocchie della diocesi di Milano che sono state coinvolte nell’iniziativa, il progetto «Parrocchie e Periferie».

Ne abbiamo già parlato nei mesi scorsi, ma è opportuno ritornare su questo avvenimento perché l’intento di questo progetto diocesano è quello di imprimere un volto nuovo alle parrocchie, alla Chiesa.

Questo progetto nasce dal desiderio di mettere più strettamente e più fruttuosamente in comunicazione le parrocchie e il territorio sul quale insistono.

Nel nostro quartiere ci sono alcune zone, alcuni caseggiati, che risultano isolati dal resto del territorio. Questo isolamento urbanistico diventa facilmente isolamento sociale, e anche ecclesiale.

La nostra stessa chiesa parrocchiale e il nostro oratorio sono isolati dal resto del territorio, collocati come sono in fondo a una via chiusa, che non permette perciò la possibilità di un accesso «casuale». Se uno non viene appositamente in via Manaresi, non si accorgerà mai che qui c’è una chiesa, e una comunità cristiana che in essa si raduna. Molte persone che abitano nel nostro quartiere, infatti, pensano che la loro parrocchia sia sant’Apollinare, che svetta al centro del suo territorio.

Questo progetto, allora, vuole mettere la nostra chiesa, la nostra parrocchia, in stato di «uscita». In questi due anni, tale è la durata prevista del progetto, dovremo imparare a uscire dai nostri ambienti parrocchiali per essere chiesa sul territorio, per essere comunità cristiana vicina alla gente là dove la gente vive.

Non sarà facile!

La nostra mentalità ecclesiale è diversa. Siamo abituati a convocare le persone piuttosto che ad andare verso le persone. 

Dovremo immaginare una parrocchia e un oratorio che si rendono presenti sul territorio, fuori dalla chiesa parrocchiale e fuori dall’oratorio. Non si tratterà, logicamente, di portare «fuori» ciò che facciamo «dentro». Si tratterà, piuttosto, di inventare nuove forme di presenza.

Questo cambiamento comporterà certamente un travaglio che, come ogni madre ben sa, sarà doloroso, ma porterà alla nascita di una comunità cristiana capace di portare il Vangelo tra la gente, nelle case dove essa vive.

Un primo visibile cambiamento apportato dall’inizio di questo progetto è la drastica riduzione della presenza in oratorio di Vito, l’educatore professionale che opera da sei anni nella nostra parrocchia. Le sue ore di presenza sono state più che dimezzate, scendendo a diciotto. Le altre venti ore di servizio, che saranno retribuite direttamente da Caritas Ambrosiana, Vito le presterà in via Quarti e in altre zone della nostra parrocchia. Assieme a lui ha preso servizio anche la dottoressa Arianna Crisetti, psicologa. Avremo modo di conoscerla presto.

Un cammino nuovo, impegnativo, si apre davanti a noi. Dobbiamo dotarci del coraggio di percorrerlo e dobbiamo chiedere al Signore che renda i nostri cuori e le nostre menti capaci di ascoltare la fantasia dello Spirito Santo.

A me e a voi auguro buona strada.

don Giuseppe